Name: Vocaloid Hatsune Miku RQver (auto nera) (ボーカロイド 初音ミク RQver(黒車))
Serie: GOOD SMILE Racing
Prezzo (JP): ¥7,000 (circa 50€ al cambio attuale)
Quanto l’ho pagata: circa 20€
“Scultore”: Ageta Yukiwo, Itou Yuuji, Koshoubu Yoshihisa
Release:
- Original Relase – 10/2009; (Black Version)
- Original Relase – 03/2010; (White Version)
Questa “Miku Racing” è un caso un po’ particolare.
La scheda qui sopra è un po’ fantasiosa, perché le informazioni online sono assai scarse e contraddittorie.
E ufficialmente non è una GoodSmile Racing, ma viene considerata la prima Miku Racing.
Per maggiori info/la lista completa delle review vi rimando alla pagina preposta.
Una Nendro impossibile da datare
Per qualche motivo la Nendoroid numero 75 non compare sul sito ufficiale della GoodSmile.
Cercare nel 2023 info su esclusive giapponesi di inizio secolo è un’impresa semi-impossibile.
A complicare le cose, esistono due versioni di questa Nendoroid: una bianca e una nera.
Probabilmente perché hanno gareggiato prima con una macchina nera e poi con una bianca.
La data di annuncio e di uscita di questa figure non è chiara.
C’è una certa confusione tra le due versioni (e c’è pure la versione “Petit” a incasinare la situazione ulteriormente).
Le date che ho messo solo quelle riportate su MyFigureCollection e il fatto che la versione bianca porti un bollino con scritto “2009”, secondo me, corrobora il fatto che la versione bianca è uscita nel 2010.
Vagando per i meandri di internet sono riuscita a trovare un post di Mikatan di auguri di buon anno (2010) in cui compariva questa Miku.
Come mai non è davvero una GoodSmile Racing figure
Il nome ufficiale della figure sarebbe “Miku Hatsune Race Queen (RQ) Version”, ma io la chiamo “Miku StudieGLADR@cing” per far prima.
La GoodSmile Company è una compagnia giapponese che fabbrica modellini e figure varie.
La GoodSmile Racing è una loro associata che partecipa alle gare di Super GT.
Nel 2008 (anno di “fondazione”) il team si chiamava “Studie & GLAD” e nel 2009 “Studie GLAD RACING“.
Nel 2010 il nome è cambiato in “GOODSMILERACING“, ed è rimasto così fino a oggi.
Per cui la figure ha un nome così strano, semplicemente perché hai tempi ancora non si chiamavano ufficialmente “GoodSmile Racing”.
Per quanto ne so, la prima ufficiale Miku mascotte è quella del 2010.
Come è arrivata qui
La figure in questione, apparentemente, viene considerata una Nendoroid molto rara.
Come ho scritto in alti post sull’argomento, “fortunatamente” le Miku Racing sono le uniche che colleziono.
Se devo essere sincera, inizialmente non pensavo esistesse veramente.
Il design della Miku è abbastanza generico e, appunto, non è chiamata “Racing Miku 2009”.
Un giorno per caso me la sono vista davanti su Mandarake ed ero assai perplessa.
Cercando online non si trovava molto e, nel giro di poco il listing è finito soldout.
Qualche tempo dopo è ricomparsa, costava un pochino di più, ma ormai dovevo averla.
Col senno di poi, forse è andata meglio così: a quanto pare quella da 1500 era una figure usata.
Nonostante la confezione sia grande quanto le altre Miku Racing (dei primi anni) per qualche motivo le spese di spedizione erano più alte.
Così mi sono fatta prendere la mano: ho ordinato la 2009 e la 2011 insieme.
Proprio perché era un ordine mostruoso, il prezzo della 2009 e della 2011 in proporzione è più basso rispetto alla 194 o 97.
Quando in questi articoli scrivo “mi è costata circa X€” non è semplicemente il prezzo in yen convertito in euro.
Il calcolo comprende il prezzo della figure (convertito in euro) + una percentuale delle spese di spedizione e dogana.
Le figure sono ciò che maggiormente incide sulle spese di spedizione e la dogana.
Perché sono ingombranti, ma pesano poco, e per di più sono tassate di più dei libri (ciò che di solito compro su Mandarake).
Questa figure veniva 2.000 yen, circa 14€ al cambio attuale.
Le spese di spedizione e la dogana sono state un visibilio, ma essendo la scatola grossa entrambi i costi extra andavano spalmati su 33 oggetti.
Il risultato finale è che questa figure su per giù mi è costata 17€, arrotondato a 20.
Cosa contiene la scatola:
- 1 auto e le sue decalcomanie
- 2 teste + 1
- 2 ombrelli (1 chiuso e 1 aperto fatto di due parti)
- 5 mani (2 set di mani, uno con e uno senza polsino, + mano per tenere l’ombrello aperto)
- 1 set di gambe + 1 extra (totale 3 gambe)
- 1 torso + 1 gonna + le mutandine 😅
- 1 frangia e 2 codini e cuffie (credo che tutte queste parti siano le stesse della 33)
Come ho detto anche qui, è praticamente il set base delle Miku di quei tempi.
Per ovvi motivi questa ha qualche gadget in più, come l’auto e le sue decalcomanie, ma il corpo è praticamente un unico blocco.
La pedana è quella vecchio stile, e ancora una volta non mi sono sprecata ad aprirla (tanto starà seduta nell’auto).
La figure in questione
Ironicamente, ancora una volta… si trattava di una confezione mai aperta.
Teoricamente è segnalata come “scatola rovinata”, ma è leggerissimamente ammaccata.
Ciò mi fa supporre ancora di più che lo stato della confezione della 194 fosse da imputarsi alla spedizione.
Visto che questo articolo non era previsto (fino a poco fa la mia Miku Racing più vetusta era la 2012) e mi sono già dilungata troppo, sarò breve.
Le Miku Racing sono carine e un po’ particolari, ma 2009, 2011, 2012 sono molto molto simili.
Devo dire che però la 2009 mi ha stupito.
La confezione non sembra eccessivamente scolorita e, stranamente, la figure non era per nulla appiccicosa.
L’ho lavata più che altro perché avevo già preparato la ciotola e perché in alcuni punti aveva uno strano alone unticcio (stile olio per bimbi).
Non so se è perché hanno cambiato sostanze nei primi anni, ed è per questo che crea la patina.
O, più probabilmente, sono stata fortunata e questa figure è stata ben conservata per anni.
Le parti nere sono opache e grigiastre, mentre la testa non ne voleva sapere di smontarsi.
Quando ho dovuto ruotare i codini per metterla nell’auto, hanno fatto un sonoro “stack”.
Le giunture sono un po’ dure, ma considerando tutto è perfettamente utilizzabile.
L’unica nota dolente è che non c’è modo di farle tenere entrambi gli ombrelli, perché solo una delle mani “afferra”.
A vedere le foto a giro, l’ombrello chiuso andrebbe semplicemente appoggiato contro la mano.
Avevo quasi pensato di metterglielo al fianco, nell’auto, ma così dopo 5 minuti l’avrei perso anche perché dovrò fare i salti mortali per riarrangiare la vetrinetta in modo che ci stiano tutte.